AIIG – La nostra storia
L’AIIG, fondata nel 1954 da Elio Migliorini, ha avuto finora sei Presidenti nazionali: Elio Migliorini (1955 – 1976), Aldo Sestini (1976 – 1977), Giorgio Valussi (1978 – 1990), Peris Persi (1990 – 2002), Gino De Vecchis, primo professore universitario di Didattica della Geografia in Italia (2002 – 2018). Attualmente è presieduta da Riccardo Morri, professore associato di Geografia presso il Dipartimento di Lettere e Culture Moderne della Sapienza Università di Roma.
L’AIIG ha Sezioni in tutte le Regioni e in quasi tutte le Province italiane ed è costituita in Sezioni regionali, che possono articolarsi nel loro ambito territoriale in Sezioni provinciali, interprovinciali e cittadine.
L’AIIG è Ente qualificato per la formazione del personale della scuola accreditato presso il MIUR (D. M. 27.02.2003); è una Società di cultura del territorio ed é Membro dell’European Standing Conference of Geography Teachers.
Lo Statuto
Il primo statuto dell’Associazione è stato approvato nel primo Convegno Nazionale, a Bressanone il 24 luglio 1955, e consta di dieci articoli; l’ultimo consta di 22 articoli, le cui modifiche sono state approvate all’unanimità dal Consiglio Centrale e ratificate dall’Assemblea dei Soci del Convegno di Padova.
Il Consiglio Centrale
Il Consiglio Centrale è il motore dell’ Associazione: elegge al suo interno le massime cariche sociali, valuta le scelte da fare, decide le strategie, si pone gli obiettivi da raggiungere, propone e organizza le attività sociali (i Convegni nazionali, le escursioni di studio, i corsi di aggiornamento e formazione), nomina il direttore e il comitato di redazione della rivista, propone la nomina dei Soci d’onore, indice le elezioni per il rinnovo delle cariche sociali, mantiene i contatti con le sezioni.
Le Sezioni regionali e provinciali
Nel costituire l’Associazione “si è ritenuto preferibile evitare la creazione d’un organismo centralizzato, che nel caso di altre discipline aveva dato cattiva prova, preferendo la struttura regionale, con sezioni gravitanti attorno a una sede universitaria o, in mancanza di questa, rette da un insegnante di prestigio” (Migliorini, 1980). Nel corso dei primi quattro anni di vita, fra il 1954 e il 1957, furono istituite ufficialmente dapprima 12 e subito dopo 14 sezioni i cui recapiti, con l’indicazione di una persona di riferimento, non sempre coincidente col Presidente regionale, vennero pubblicati sul Notiziario. Bisognerà aspettare quasi un ventennio perché si arrivi dapprima a 16 con l’istituzione, nel 1976, del Trentino Alto Adige, staccatosi dal Veneto, e della Valle d’Aosta, che prima aveva fatto parte del Piemonte, e l’anno successivo a 18, con la costituzione dell’Abruzzo e dell’Umbria, entrambe separatisi dal Lazio.
Dal primo numero del 1978 vengono poi pubblicati sulla rivista, oltre alle sedi, anche i nomi dei Presidenti e dei Segretari regionali con i relativi indirizzi. Nel 1985 viene istituita la sezione regionale del Molise e nel 1994 quella della Basilicata; si completa così la copertura a livello regionale del nostro Paese.
La sezione Abruzzo
Staccandosi dalla sezione laziale, si costituisce in sezione autonoma l’Abruzzo, come 17ª sezione regionale della nostra Associazione, con l’assemblea dei Soci tenuta a Pescara il 13 maggio 1977.
Alla presidenza si sono avvicendati: Michelangelo Ruggieri sino al 1979, Concetta Testa, sino al 1998, e Agnese Petrelli, attualmente in carica.
Alla segreteria sono stati: per 23 anni Angela Daniele Marcucci, poi Rita D’Ascenzo, Carla Del Rosso, Andreina Salvatore, Ettore Mazzocco e Giuseppina Di Federico, attualmente in carica.
La Sezione ha organizzato un Convegno regionale a Civitella del Tronto (TE), nel novembre 2003, su “La regione mesoadriatica. Realtà e prospettive”.
Tre sono stati i Convegni nazionali: il primo, il 20° a L’Aquila, dal 24 al 28 settembre 1975, con circa 350 iscritti; il secondo, il 33° a Montesilvano (PE), “Abruzzo 1990: stereotipi e realtà territoriali”, dal 10 al 14 settembre 1990, con 687 iscritti e il terzo, il 53° a Giulianova Lido (TE), “Abruzzo, dignità antiche e identità future”, dal 16 al 21 ottobre 2010.
I Convegni nazionali sono “la più significativa opportunità d’incontro e scambio di esperienze per i docenti, l’occasione principale per parlare insieme del futuro dell’Associazione, la possibilità di discutere di problemi didattici, di trovare tecniche sperimentate di ricerca, di avere aggiornamenti metodologici, ma rappresentano ancora molto di più: costituiscono un’occasione di enorme valore culturale, soprattutto per noi geografi, di poter conoscere dal vivo i tesori ambientali e culturali del nostro Paese, illustrati da esperti locali e studiosi di prestigio; non a caso si è cercato di realizzarli sempre in località diverse. Inoltre ci offrono l’inestimabile piacere di ritrovare vecchi amici, che per un anno o più non avevamo avuto occasione d’incontrare, e di rinsaldare o rinnovare quei vincoli di amicizia e, in certi casi, di affetto che ad essi ci legano. Nei Convegni c’è la possibilità di poter ascoltare relazioni su tematiche assai interessanti da parte di colleghi di grande spessore scientifico e di rilevante prestigio, non soltanto nazionale, ma anche internazionale.
All’Aquila, dal 24 al 28 settembre 1975, i geografi locali e, principalmente, Michelangelo Ruggieri, coadiuvato da Gerardo Massimi e da Concetta Testa, organizzarono il 20° Convegno che ci riportò ai livelli raggiunti sei anni prima a Cortina, con 350 partecipanti.
Le due relazioni furono tenute da Fondi e da Migliorini, mentre per le escursioni era stato opportunamente predisposto, a cura di Ruggieri, un fascicolo “Cenni illustrativi delle escursioni” che ha permesso di seguire più agevolmente gli itinerari percorsi. Nel corso dell’assemblea, presieduta da Mori, le “critiche” che erano state espresse nel Convegno di Rimini sfociarono in una riforma dello statuto e del regolamento. Tra l’altro venne stabilito di distinguere gli associati in effettivi e in aggregati, riservando l’elezione del Consiglio Centrale (d’ora in poi composto da 9 membri) ai soli soci effettivi (Migliorini, 1980).
La Rivista
“La rivista costituisce il primo e il più importante biglietto da visita dell’Associazione” (De Vecchis, 2004), ma è anche qualcosa di più: è il testimone delle nostre attività, la voce dell’Associazione, il legame che collega tutti i Soci da Vipiteno a Pantelleria, un amico che arriva nelle nostre case ogni tre mesi e ci informa su quel che si fa e su come si fa.
Dal primo numero del 2004 si sono registrati parecchi cambiamenti: la direzione della Rivista passa a Carlo Brusa, affiancato da un Comitato di Redazione costituito da Vincenzo Aversano, Carla Lanza Dematteis, Giuseppe Naglieri e Daniela Pasquinelli d’Allegra; cambia completamente, pur mantenendo lo stesso formato, il progetto grafico che viene affidato ad Andrea Ranghino; la Rivista viene stampata dalle Edizioni Mercurio di Vercelli; cambiano l’impaginazione, i caratteri, i colori e l’impostazione delle pagine e dei titoli nel periodo 1955-1980.
La rivista vede l’impegno di alcuni dei nostri grandi Maestri: Roberto Almagià, Osvaldo Baldacci, Giuseppe Barbieri, Eliseo Bonetti, Gaetano Ferro, Alberto Mori, Giuseppe Nangeroni, Mario Ortolani, Aldo Pecora e Umberto Toschi, solo per rammentarne alcuni.
Escursioni e viaggi
L’osservazione diretta costituisce un momento essenziale dell’apprendimento geografico oltre che un’occasione per poter vedere, riflettere e comprendere i rapporti fra gli elementi naturali e le attività antropiche. Questa operazione non poteva certo mancare fra le attività delle nostre sezioni regionali e provinciali e sin dai primi momenti di vita della nostra Associazione è documentata nell’apposita rubrica del Notiziario, poi divenuto Rivista.
Le escursioni diventeranno una delle attività abituali che vengono effettuate anche allo scopo di conoscere località del nostro Paese, vicine e lontane. Questa premessa ha un duplice scopo: il primo è rilevare come, all’inizio, venga spesso usato il termine gita che, invece, assume un significato ludico. Il termine lo si ritroverà per qualche anno ancora utilizzato sporadicamente nelle relazioni che le sezioni inviano alla Presidenza nazionale per essere pubblicate sul Notiziario: “mercoledì 1° maggio 1963, la sezione Lombardia ha organizzato una gita all’Alpe Turati e a Canzo, guidata dal prof. Nangeroni”; “il 1° aprile 1979 la sezione Toscana ha organizzato una gita all’Orrido di Butri nell’Appennino lucchese”. Ma poi scompare del tutto e si parla soltanto di escursione, spesso con l’aggiunta di scientifica, geografica, di studio, naturalistica secondo i casi. Il secondo scopo è rilevare con piacere come fossero coinvolti tutti i nostri grandi Maestri; oltre a quelli citati in precedenza, troviamo, infatti, Migliorini, Fondi e Formica per le escursioni della sezione Campania, Valussi, Barbina e Lago per quelle della sezione Friuli Venezia Giulia, Piccardi per quelle della sezione Toscana, Morandini per quelle della sezione Veneto. Il fatto assume rilievo e significato in quanto dimostra l’importanza che viene data a questo tipo di attività. Con gli anni l’attenzione si rivolge non soltanto ai paesaggi italiani, ma anche a quelli stranieri.
La diffusione della cultura geografica non è fatta solo nei convegni scientifici, dove c’è sempre qualcuno che si meraviglia che i geografi si occupino di geografia, mostrando chiaramente l’assoluta ignoranza. L’amore per la geografia si esprime visitando il territorio, osservandolo, studiandone le relazioni, compiendo le necessarie sintesi: in questo l’Associazione ha da sempre promosso escursioni geografiche in ogni parte del mondo, oltre che in regioni italiane. Organo importante di questa diffusione è anche la rivista, sempre più bella, grazie anche alla tecnologia, e molto accurata. Dopo essere stata per anni curata da Elio Migliorini, Giorgio Valussi, Gianfranco Battisti, la direzione della rivista è stata affidata a Carlo Brusa, che con il suo spirito arguto e con il suo entusiasmo, l’ha portata a livelli molto alti.